Il Laddakh, noto anche come piccolo Tibet, è la roccaforte del buddismo tantrico in India. Situato al nord del paese, fra immense catene montuose e le valli dell’Indo e il Kashmir, è una regione montagnosa dove gli insediamenti umani sono ridotti a strette strisce di vegetazione avvinghiate a fiumi che scendono direttamente dai ghiacciai himalayani.
In questa zona vi sono alcuni dei monasteri più antichi della religione buddista. Fra i più belli Lamajuru, Thiksey, Hemis.
Qui l’isolamento ha preservato uno stile di vita di stampo medioevale, dettato dall’alternarsi delle stagioni. I piccoli insediamenti furono fondati dai pellegrini buddisti in viaggio dall’India al Monte Kailash, in Tibet.
Nel IX secolo il regno dei sovrani buddisti del Ladakh si estendeva dal Kashmir al Tibet ed era protetto da fortificazioni e costellato da imponenti gompa (monasteri) buddisti. Numerose sette presero vita dalla religione principale ma fu l’ordine Gelupka (dei cappelli rossi) quello che diede vita alla più importante filosofia di tutta l’area.
L’area più importante di un Gompa è il du-khang (la sala di preghiera) dove i monaci si radunano per la puja (preghiera) e recitano dei sutra buddisti.
Spesso sui muri della sala vi sono affreschi colorati o dipinti su stoffa detti thangka. Vicino all’entrata della sala è spesso dipinta la ruota della vita, una rappresentazione grafica dell’elemento principale della filosofia buddista. Nei gompa i monaci costruiscono statue di burro e splendidi mandala (motivi geometrici fatti di sabbia colorata e inumidita) che vengono poi distrutti per simboleggiare la futilità e la caducità dei progetti concreti.
Il reportage porta dentro alla sala di preghiera dove i monaci, in un clima di sacralità, da millenni perpetrano sempre gli stessi gesti, le stesse preghiere, le stesse azioni.