Hui Zou è nata nel 1968 a Luanxian, un piccolo villaggio della Cina settentrionale non molto lontano da Pechino. Il suo era un villaggio estremamente povero ed arretrato. Nelle case non c’era né corrente elettrica né acqua corrente. Una vita d’altri tempi in un villaggio senza attrattive per una giovane. La sua famiglia era composta padre, madre e cinque fratelli. Quando aveva solo cinque anni i genitori cedettero Hui alla zia e al marito, che non potevano avere figli e che vivevano nella grande metropoli industriale di Shengyang. Così Hui subì un precoce allontanamento dalla sua famiglia d’origine. Lo zio voleva che diventasse ingegnere ma Hui non era portata per la matematica e questo creava seri attriti in famiglia. Gli zii la costringevano a passare tutti i fine settimana e tutte le vacanze in casa a studiare; ma Hui non riusciva e per questo lo zio la picchiava. Gli zii non mostravano affetto verso di lei. Hui è convinta che il loro scopo fosse solo quello di avere qualcuno che li potesse aiutare in vecchiaia. Invece Hui era portata per la musica e il canto. Aveva un grande talento. Si diplomò in Canto Lirico al conservatorio di Shenyang e dopo gli studi trovò lavoro come cantante lirica al Laoning Opera House. Si esibiva anche nei pianobar della sua città. Una sera capitò nel locale Alessandro, un italiano che era in Cina per lavoro. Casualmente la sera dopo la scena si ripetè in un altro locale e poi di nuovo la sera successiva. Era il destino. I due si conobbero e cominciarono a frequentarsi. Alessandro dovette tornare in Italia ma dopo qualche mese, a luglio, in occasione delle vacanze estive, tornò in Cina per trovare Hui e così cominciò la loro storia. Dopo le vacanze Alessandro si trasferì per lavoro a Shangai, molto lontano dalla città di Hui. Si potevano incontrare solo durante i weekend. Dopo qualche mese Alessandro invitò Hui in Italia per vedere se le piaceva il paese. Decisero di sposarsi quasi subito. Cosa che fecero nel ‘95 dopo solo otto mesi di convivenza. In Italia Hui continuò gli studi musicali e si diplomò nel 2002 al conservatorio di Piacenza. Sostenne diverse audizioni e vinse il concorso al teatro comunale di Bologna. Con il coro Giuseppe Verdi ha cantato esibendosi sia in Italia che all’estero, partecipando a diverse tournee in paesi europei ed extraeuropei. In seguito Hui si ammalò di tumore e interruppe la carriera lirica. Dopo questa esperienza, con un’amica decise di aprire un’agenzia per organizzare viaggi per cittadini cinesi che venivano in Italia a studiare canto lirico, o semplici appassionati che volevano visitare i più famosi templi della lirica. Per queste persone Hui organizzava incontri, spostamenti, alberghi e faceva anche da interprete. Contemporaneamente insegnava canto all’accademia di Monza. Nel 2008 Hui cambiò lavoro e venne assunta da un’azienda che realizzava chiusure industriali. Lavorava in ufficio e teneva contatti con la filiale cinese di Wuxi. L’azienda applicava solo contratti a tempo determinato e per questo Hui decise di lasciarla. Quindi trovò lavoro per una ditta di pelletteria. Era sfruttata, lavorava undici ore al giorno, senza interruzione, in uno scantinato sotto la villa del padrone. Dopo tre mesi, e una pressione minima a 95 Hui, decise che quel lavoro non faceva per lei. In seguito Hui fece un breve periodo di prova per un’importante azienda di biancheria intima nella provincia di Milano e, dopo un mese, fu assunta al reparto Logistica. Dopo un anno anche la madre di Hui si ammalò di tumore e Hui la portò in Italia per farla curare. Purtroppo il tumore era già in fase avanzata e malgrado le cure, dopo qualche mese la madre mancò. Hui è molto riconoscente verso il marito Alessandro e verso i suoceri, che l’hanno aiutata ad assistere la la madre nei suoi ultimi mesi di vita. Dopo pochi mesi dalla morte della madre anche il tumore di Hui riapparse e Hui dovette subire altre operazioni e cure specifiche terminate solo pochi mesi prima da questa chiacchierata. Sul lavoro Hui è stata trasferita al reparto commerciale di backoffice e tiene i rapporti con la filiale cinese della sua azienda. Ha l’opportunità di parlare la sua lingua e il lavoro le piace molto. Non si trova bene con la sua responsabile che ha un carattere difficile, e che maltratta e insulta tutti i dipendenti dell’ufficio. Recentemente Hui ha ricevuto un’offerta di lavoro da un’azienda dell’alta moda italiana. Il lavoro è lo stesso di oggi ma la sede è a Lugano. In Svizzera Hui sarebbe pagata molto bene, ma avrebbe meno tutele, un orario di lavoro più gravoso e meno giorni di ferie. E poi sarebbe lontano dalla famiglia. Hui è molto attirata ma indecisa. Hui è una donna felice, positiva e solare. Dal 2000 frequenta un gruppo di amiche cinesi. Come lei tutte emigrate e sposate con uomini italiani. Si incontrano per cene e ricorrenze (come il capodanno cinese), organizzano passeggiate in montagna e si frequentano nella quotidianità. Sono tutte donne piacevoli, intelligenti e moderne. Hui le sente come sorelle. Hanno problemi simili e si aiutano condividendo gioie e dolori della vita. Tutte loro si sono realizzate anche da un punto di vista professionale. Sono imprenditrici, ingegneri, assistenti sociali, designers, estetiste, parrucchiere. Una è anche presidente di una società industriale cinese. Tutte hanno educato i loro figli alla maniera orientale, dando importanza prima al rispetto e all’obbedienza e poi alla personalità. Tutte hanno insegnato entrambe le lingue e le culture ai loro figli. Hui ha anche molte amicizie italiane. La sua casa è sempre aperta. E’ innamorata delle figlie della sua vicina. Quando torna dal lavoro le coccola, ci gioca, gli fa i capelli o dipinge loro le unghie.Oggi Hui continua a insegnare canto sia privatamente che al conservatorio e dirige anche un coro. La musica le riempie l’anima e le consente di fuggire sull’isola che non c’è, anestetizzandola dai dolori della vita. Hui ama cucinare, andare per mostre e coltivare verdure cinesi nel suo orto. La vita in Italia le piace moltissimo. Dopo essere arrivata in Italia Hui ha conosciuto un Lama che l’ha iniziata alla religione buddista. Rispetta la religione cattolica (è sposata in chiesa) ma per lei la strada è quella del buddismo e delle piccole buone azioni quotidiane. Hui dice che la felicità non dipende dai soldi, dai vestiti o dalla casa. Queste sono tutte cose secondarie. E’ l’anima che guida la vita. Hui ama leggere libri e scrive in un blog di viaggi e musica. I valori a cui si sente più votata sono la positività, la famiglia e la salute. In ogni situazione, anche critica, Hui vede sempre il lato positivo. Ama l’Italia e da tempo ha ricevuto la cittadinanza italiana. Degli italiani dice che sono un popolo tollerante, capace di accogliere gli immigrati molto più di altri popoli. Qui basta rispettare per essere rispettati. Hui è una donna felice che si è realizzata nella vita. Il suo cognome cinese “Zou” vuol dire saggezza sofistica (una corrente filosofica dell’antica Grecia) ed è per questo che venendo in Italia, Hui ha deciso di prendere il nome italiano di Sofia.